Inizia l’era Pedri-Gavi

da | Gen 21, 2023 | La Liga

Andrea Natale

Andrea Natale

Juggernaut Journalist

Nella La Liga è più chiaro che altrove dove finisce il passato e dove inizia il futuro. L’era Simeone all’Atletico passa e gli ultimi mesi sono stati un’agonia e non ci sono segni che lo sarà altrimenti d’ora in poi. Anche l’era Modric-Kroos al Real Madrid passa e l’era Valverde-Camavinga-Tchouameni è ancora una promessa non mantenuta. 

Cerchi il futuro? È in Catalogna. Xavi alla fine è riuscito a risarcire Barca.

Sebbene giovane, Xavi è un formidabile conservatore, che scommette sullo stile che ha reso la Spagna campione del mondo e Barcellona la squadra più bella del terzo millennio.

Xavi non riesce a staccarsi dagli echi del tiki-taka. E Gavi e Pedri non sono altro che, come si è visto recentemente nella finale di Supercoppa (disputata in Arabia Saudita) contro Real Madrid, che le copie di Iniesta e dello stesso Xavi.

La seconda giovinezza di Lewa

Inizia l’era Pedri-Gavi e Barcellona ha ancora un asso nella manica: Lewamdowski. Il vecchio polacco è alla sua seconda giovinezza, lontano dalla nuvolosa Munchen, nella soleggiata Barcellona, adatto solo per le ginocchia che non sono più come ai vent’anni.

Il Barcellona è al primo posto nella La Liga, ha compromesso la sua stagione europea, ma questo sarà un vantaggio per le fasi che seguiranno il campionato.

Per Real Madrid sono solo tre punti in classifica, ma si pensa anche alla doppietta di febbraio in Champions League, rieditando la finale dell’anno scorso con Liverpool.

Vince chi ha torto di meno

Guardando indietro, Barcellona è la squadra che ha sbagliato meno nelle prime sedici fasi della La Liga, perdendo solo una partita. È la squadra che ha ricevuto il minor numero di gol, solo sei. E la squadra è nella sua forma migliore, capace di regalare tre gol al Real Madrid fischiettando.

Molto probabilmente, Messi non tornerà a Barcellona in estate, come sognano ancora i nostalgici tifosi catalani. Allo stesso tempo, Barca ha creato una nuova squadra che gioca nello stile di quella vecchia e, approfittando della fine di altre epoche, ha l’opportunità di vincere trofei.

E Xavi, alla fine, come ho detto, è diventato un allenatore. Sono finiti i tempi in cui si credeva che i grandi calciatori non potessero essere anche buoni allenatori. È un detto obsoleto. Nel XXI secolo non è più valido.

Xavi è solo l’ultimo nome di una lista molto più lunga, in cui, davanti a tutti, Zidane è ancora in piedi – il che, se guardiamo a com’è stata finora la stagione del Real, probabilmente arriverà di nuovo a Madrid, visto che Don Carlo dà seri segni di stanchezza, e che a Florentino Perez piace giocare le carte che sono state vincenti in passato.

Il futuro è una questione di passato remoto, passato recente e presente. Contando tutto questo, Barcellona è per il momento la migliore. Perché in questo momento, Real Madrid, la squadra più gloriosa della storia dell’Europa, sta soffrendo gravemente.

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