Conservatore e sentimentale

da | Gen 30, 2023 | La Liga

Andrea Natale

Andrea Natale

Juggernaut Journalist

Don Carlo Ancelotti può ancora vincere trofei importanti con Real Madrid?

Chiunque abbia letto la stampa spagnola dopo la vittoria di Barcellona nella finale di Supercoppa (quella giocata in Arabia Saudita) ha potuto apprendere che l’era Ancelotti era finita. Basta, adios!” titolavano i giornali. E non solo: ha anche appreso che il sopracciglio di Don Carlo non funziona più, che Real Madrid sta per disintegrarsi, che i contratti dei giocatori più importanti degli ultimi anni sono in scadenza – e al loro posto non si sa chi, quando e se arriverà. L’accusa di base è la seguente: Don Carlo Ancelotti è avanti con gli anni e, si badi bene, è un conservatore e un sentimentale.

Squadra seconda classificata
A questo punto dobbiamo fermarci e chiederci seriamente: e allora? Chi di noi non è, dopo tutto, conservatore e sentimentale in materia di calcio? Chi non è un bambino quando si parla di calcio? E, essendo bambini, non desideriamo forse ancora e ancora e ancora il tanto familiare silenzio?
L’attacco a Don Carlo era fondamentalmente una pressione per forzare una rivoluzione. Cambiare per il gusto di cambiare. Accelerare il futuro. Il ritiro di Modric. Il ritiro di Kroos. Il ritiro di Benzema. Il ritiro di sé stesso. 
A tutte queste aberrazioni, scritte esplicitamente o velatamente, Ancelotti ha risposto ribaltando miracolosamente il risultato contro Villareal nella Coppa e vincendo a Bilbao nella Liga, dove ogni scommettitore sa che il 2 è raro, difficile da ottenere.

Real Madrid, sotto la guida di Carlo Ancelotti, è ancora il favorito per il titolo, la coppa e la Champions League. Ma a noi interessa la Liga, dove Real Madrid è al secondo posto, a soli tre punti dal ringiovanito Barcellona di Xavi. Proprio qui, nella nostra rubrica, abbiamo annunciato che il futuro è in Catalogna. Ma il presente…
è al secondo posto. Perché Real Madrid è il principale favorito? Proprio perché Don Carlo Ancelotti è una volpe esperta e Real è ancora più pericoloso come seconda squadra. A Madrid, la fame di risultati non è mai sazia. 

La storia e il sopracciglio magico
Ancora più chiaro: proprio perché Don Carlo Ancelotti è conservatore e sentimentale, proprio perché non forza una rivoluzione insensata, proprio perché Modric sa ancora passare, Kroos ha la stessa scienza di gioco che lo ha reso campione del mondo nove anni fa e Benzema segna, proprio perché il futuro – Tchouameni, Camavinga, Valverde, Vinicius, Rodrygo – si sta preparando con attenzione e anticipo. Non è un caso che Real Madrid sia il club più vincente della storia europea e non è un caso che Don Carlo Ancelotti vinca la Champions League solo negli anni in cui non parte titolare.

L’eleganza, lo stile, la classe derivano dalla storia. In questa stagione, Barcellona ha vinto i duelli testa a testa con Real e ha vinto nettamente. A Camp Nou c’è ancora una grande squadra, ma è ancora in crescita, e il modo in cui Barca ha lottato nell’ultimo turno per ottenere un’amara vittoria casalinga per 1-0 è un campanello d’allarme.
Nel frattempo, a Bilbao, Ancelotti, così conservatore e sentimentale, ha alzato di nuovo il sopracciglio e la vittoria è arrivata come per magia.

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